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venerdì, giugno 29, 2007

PER LA DIGNITÀ E L’AVVENIRE DELLA LINGUA FRIULANA

PER LA DIGNITÀ E L’AVVENIRE DELLA LINGUA FRIULANA

PER I DIRITTI DI TUTTE/ TUTTI

A undici anni di distanza dall’adozione della Legge Regionale n.15 del 1996 e a quasi otto dall’approvazione della Legge 482 del 1999, i tempi erano e sono maturi per un provvedimento da parte dell’Amministrazione regionale del Friuli Venezia Giulia che prenda in considerazione con serietà l’importante argomento dei diritti linguistici dei cittadini appartenenti alla comunità linguistica friulana.

Un provvedimento che comporti il coordinamento e la razionalizzazione delle norme esistenti in materia, con il fine di rendere certa ed efficace la tutela, tenendo conto del dettato costituzionale e dei documenti di indirizzo sia dell’Unione Europea sia del Consiglio d’Europa. E che consideri inoltre il carattere fondativo della presenza della comunità di lingua friulana per la stessa esistenza della Regione autonoma a statuto speciale Friuli Venezia Giulia.

Disgraziatamente, proprio al termine di un iter che faceva ben sperare, la Giunta regionale ha licenziato un disegno di legge che entra in piena contraddizione con le necessità sopra evidenziate, nonché con le linee guida precedentemente approvate e con il testo consegnato dalla Commissione di esperti, chiamati a predisporlo.

Tale Ddl appare chiaramente incostituzionale in alcune sue parti e mancante di coerenza interna; si è intervenuti con il metodo del taglia e incolla modificando un testo, quello della Commissione di esperti, costruito in maniera coerente e meditata.

Si è inoltre proceduto con l’inatteso cedimento ad un’impostazione che unisce all’ignoranza provinciale, verniciata di tecnocrazia ed efficientismo, uno sciovinismo che non riesce a concepire il pluralismo linguistico e culturale. Altro che risoluzioni del Parlamento europeo, altro che Carta Europea della Lingue regionali o minoritarie o Convenzione quadro delle minoranze nazionali! Qui siamo alla solita cultura da Italietta dell’Otto-Novecento.

Dal punto di vista funzionale non uno dei problemi presenti, cominciando da quello scolastico, sono risolti con questo testo. Al contrario alla confusione si aggiunge confusione: nella scuola, nei pubblici uffici, nel campo dei media, ecc.. Si ignora la possibilità di fare della lingua friulana un elemento di innovazione, creando professionalità e posti di lavoro qualificati.

Il quadro generale prospettato è addirittura quello di un arretramento, di una messa in discussione degli elementi di politica linguistica avviati in questi dieci anni: si depotenzia perfino la norma relativa all’uso della grafia ufficiale.

Tutto ciò subordinando pesantemente le scelte di politica linguistica, che comportano una serie di conoscenze specifiche, alle variazioni della politica tout court, poiché l’organismo di politica linguistica sarebbe la stessa Giunta regionale. Qualsiasi riferimento al modello gallese, dichiarato come ispiratore di questo testo può persino apparire provocatorio per chi davvero conosce gli eccellenti risultati conseguiti dalla politica linguistica in Galles

Infine, se è vero, come è vero e come è stato dichiarato dai massimi esponenti della Giunta, che le lingue friulana, slovena e germanica costituiscono fondamento dell'autonomia e specialità regionale, una legge congegnata in questo modo costituisce un’attacco diretto ai motivi che rendono plausibile l’esistenza del Friuli Venezia Giulia; sia perché ne mina la coesione sociale, sia perché toglie argomenti per contraddire chi non vede motivazioni reali per il mantenimento della sua specialità nel quadro delle regioni italiane.

Tuttavia saggezza vuole che dalle decisioni sbagliate si possa tornare indietro, cancellando questo Ddl.

Il testo consegnato dalla Commissione di esperti è un buon testo, né visionario né oltranzista; alla Giunta e a tutte le forze politiche diciamo che da questo si deve ripartire, per migliorarlo e renderlo più efficace, considerando anche gli aspetti innovativi contenuti nelle proposte di legge sulla scuola presentate alla VI Commissione e tenendo presente la sua finalità: la tutela e la promozione della lingua friulana.

Alle democratiche e ai democratici di ogni paese e località, a chi ha a cuore, assieme a tutti i diritti, i diritti linguistici, indipendentemente dalla sua lingua materna o d’uso, chiediamo di sottoscrivere questo appello, scaricarlo da Internet, farne copia, discuterlo in pubblico. Assieme, faremo un buon servizio al pluralismo linguistico, patrimonio prezioso di tutta l’umanità.